Addio mia bella addio

Trascrizione di Lamberto Pietropoli

Canto d'Autore del 1848
Provenienza: Toscana
Musica di Autore Ignoto
Parole di Carlo Bosi



Testo

Addio mia bella, addio
che l'armata se ne va,
e se non partissi anch'io
sarebbe una viltà

Il sacco è preparato,
il fucile l'ho con me,
ed allo spuntar del sole
io partirò da te.

Ma non ti lascio sola
io ti lascio un figlio ancor,
Sarà quel che ti consola:
il figlio dell'amor.

Descrizione

L'Italia è percorsa da una ventata di entusiasmi e speranze: il re di Napoli, Carlo Alberto di Savoia e il Papa concedono, con le Costituzioni, le prime garanzie liberali. Gli studenti dell'Università di Siena e di Pisa sono in prima linea nel rivendicare la libertà dall'Austria che occupa buona parte della penisola. Episodio epocale la partenza in armi con i loro professori e l'impegno nella resistenza a Curtatone e Montanara alle soverchianti forze austriache, cosa che consentirà all'esercito sardopiemontese di riportare, l'indomani, la vittoria di Goito nella prima guerra federata per l'indipendenza. Inno dell’avv. Carlo Alberto Bosi fiorentino (1813-1886) che fu poi prefetto in varie provincie del Regno; inno detto l’Addio del volontario, che anche oggi (ndr. inizi del novecento) si canta dai coscritti. Fu scritto a un tavolino del famoso caffè Castelmur (ora scomparso), in via Calzaiuoli a Firenze, la sera del 20 marzo 1848, quando partì per la guerra dell’indipendenza il primo battaglione di volontari fiorentini: e divenne presto il più popolare fra gli inni nazionali. E’ stato osservato che la prima strofa dell’Addio del volontario trova riscontro tanto nella struttura ritmica quanto in taluni concetti in due poesie del noto poeta irpino P.Paolo Parzanese, Gino e Lena e Addio del marinaio, tutte e due stampate fin dal 1846. Inoltre il testo originale del Bosi dice nel primo verso “io vengo a dirti addio” e nel terzo “se non andassi anch’io”, le correzioni le volle il popolo e l’autore le accettò di buon grado. Si veda: D’Ancona, Poesia e musica popolare italiana nel secolo XIX, in Ricordi ed Affetti, Milano, 1902; G.B Ristori nell’Illustratore Fiorentino, calendario storico del 1909, N.S., vol. VI, pag.151-152; Franc. Lo Parco, Della più popolare Canzone patriottica italiana e del suo poco noto Autore, nel Fanfulla della Domenica, a. XXXVII, n. 34, Roma, 22 agosto 1915. Canto dei volontari Toscani del 1848, ripetuta nel 1859 da’ soldati di Palestro e di San Martino e nel 1860 da’ generosi che seguirono il Duce de’ mille, canzone che corre sulla bocca di tutti. Curioso poi trovare un riscontro delle parole del canto e anche metricamente assonanti nei primi versi, nella Parte Prima della Scena Prima del Melodramma in 2 parti intitolato Quanti casi in un sol giorno di Giovanni B. Croff del 1834, nel quale Astolfo in atto di congedarsi da Lisetta: “Il mio dover mi chiama: / Addio, mia bella, addio. / Parto, ma il core, oh Dio! / Lascio, mio ben, con te.”