Provenienza: Piemonte
Testo
A l'ômbreta d'un bussôn
bela bêrgera a l'è 'nduermia,
j'è da lì passè trè joli franssè
a l'an dit: Bela bêrgera
vôi l'evi la frev!
E se vôi l'evi la frev
farôma fè na côvertura.
Côn 'l mê mantel
ch'a l'è côsì bel.
Farôma fè na côvertura,
passerà la frev.
Ma la bela l'à rispondù:
Gentil galant fè vostr viagi,
e lasse-me stè côn 'l mè bergè
che al sôn de la sôa viola mi farà dansè.
E 'l bergè sentend lôli
l'è saôtà fora de la baraca
côn la viola 'n man s'è butà a sônè:
a l'an piait bela bergera, l'an fala dansè.
Descrizione
Potrebbe essere l'inizio di una favola, una favola antichissima raccontata ai bimbi. La pastorella si è addormentata all'ombra di un cespuglio. Passa, come in tutte le fiabe un gentil galant, può anche essere un principe azzurro oppure, un personaggio del quale dubitare, che invita la pastorella a scambiare affettuosità. In un libretto titolato "De amore" compilato da Andrea Cappellano, ecclesiastico cui probabilmente il voto di castità stava stretto, dava consigli ai giovani sul come comportarsi incontrando queste pastorelle: "cura di prendere i piaceri d'amore quando è luogo e tempo e non avere alcuna vergogna. E se poi trovi luogo acconcio non ti indugiare di prendere quello che vuogli, e abbracciandola bene per forza, imperciò che appena potresti mai tanto mitigare la loro durezza, che riposatamente ti concedessero quello che dimandi". Alla constatazione del giovane della presunta febbre della pastorella, il cavaliere propone di coprire la pastorella con il suo bel mantello "faroma fe 'na covertura", e la febbre, in questo modo, passerà. La pastorella rifiuta le attenzioni non del tutto disinteressate del giovane e risponde: "Giovane galante continuate i vostri viaggi e lasciatemi qui con il mio pastore, che al suono della ghironda mi farà danzare".