Primavera di Cultura Università Cattolica

venerdì, 20 maggio 2011

alle ore 20:45

Milano

Università Cattolica
Largo Fra Agostino Gemelli, 1


In occasione delle manifestazioni che il Coordinamento Centro Culturali Cattolici ha chiamato Primavera di Cultura 2011, il Centro ha individuato un ventaglio di tematiche riguardante i giovani. Il Coro ANA di Milano invitato anche quest’anno nell’ambito del percorso Primavera di Cultura 2011 porterà il proprio contributo canoro attraverso un metaforico viaggio musicale o comunque una proposta assai ampia di questi temi che abbiamo chiamato “I giovani e la loro identità”. La musica, e nel nostro caso cantare in coro, è universalmente ritenuta fra le cose più belle dell’esistenza, ed è anche una straordinaria risorsa per la crescita e la formazione della persona. La musica educa alle relazioni sociali. Nei gruppi dove si fa musica cresce la capacità di cooperazione e attraverso la possibilità di ascoltarsi reciprocamente, cala il livello di competizione e di aggressività. Non sovrastare l’altro, saper dialogare musicalmente, fare perfino il più intimo e istintivo; quello del respirare insieme, facendo musica diventa una squadra, un gruppo coeso. Vorrei considerare infine che la risorsa più importante della musica è quella di educare al senso del bello. Oggi siamo velocemente formati al criterio del vantaggio, dell’utile, del produttivo. Nei giorni abbiamo sentito dire che secondo ”…la cultura non riempie la pancia, che non fa parte delle cose necessarie”, insomma che la cultura, in poche parole, quindi anche la musica, non è fondamentale per vivere. Noi riteniamo che essa è fra quelle cose che rendono la nostra vita più ricca, più piena, perché le corde che vibrano per la musica saranno sensibili ad altri linguaggi. Per le ragioni a cui sopra accennavo ci chiediamo come riuscire ad avvicinare i giovani alla musica. Farsi delle domande riguardo la coralità giovanile è una sfida continua. Sappiamo che il cantare in coro rappresenti uno dei momenti più qualificanti del processo educativo dell’individuo: Il canto corale sviluppa la concentrazione, la memoria, le facoltà percettive. Partendo da questa considerazione ci domandiamo come offrire l’opportunità ai giovani di trovare la loro identità dentro il collettivo corale, soprattutto con giovani che non hanno mai cantato prima. Il canto è un potente mezzo di trasmissione reciproca, nel canto lo scambio tra generazioni si arricchisce nel senso della continuità umana. Per concludere, ciascuno può diventare cantore se sulla sua strada troverà un collettivo che accolga i suoi desideri, che aiuti a diventare se stessi, che insegni a trovare la propria voce e fonderla con gli altri. I giovani hanno bisogno della presenza di una guida che li accompagni, che faciliti il cammino senza sostituirsi a loro. La magia del cantare in coro assume un significato profondo che evoca sentimenti antichi. L’importante è che le nostre certezze portino in sé la capacità di appassionare e trascinare verso la musica i giovani d’oggi. Massimo Marchesotti